In ricordo di Ermanno Lesca (tra i fondatori della compagnia “I Legnanesi”) Mario Lino (ex “I Legnanesi”) ha diretto una commedia dialettale e musicale divertente che ha attirato un vasto pubblico presso il Teatro Angelicum di Mortara. Di seguito la bella recensione di Michele Olivieri (critico per teatro on line) e alcune foto che ritraggono l’evento. Vedi anche la rassegna stampa.

Marco Clerici con il regista Mario Lino (I Legnanesi)

Marco Clerici diretto da Mario Lino (I Legnanesi)

Marco Clerici con Roberto Paglino (Angiulina)

Marco Clerici con Roberto Paglino (Angiulina)

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Le lavanderine

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Marco Clerici con il corpo di ballo (GRANADA)

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Marco Clerici con il corpo di ballo (Mouline Rouge)

Marco Clerici ed il gruppo dei marinai ballerini con il regista Mario Lino

Marco Clerici con il corpo di ballo (I Marinai) ed il regista Mario Lino

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Marco Clerici con il corpo di ballo (LA SPAGNA)

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Marco Clerici appena prima di entrare in scena

Il Gruppo degli attori con il regista Mario Lino

Il regista Mario Lino con gli attori della compagnia

Teresio Papetti (Artemio)

Teresio Papetti (Artemio)

Maria Rosa (costumista) con Teresio Papetti (Artemio)

La costumista Mariarosa con Teresio Papetti (Artemio)

Testi di: Ermanno Lesca

Attori: Roberto Paglino, Teresio Papetti, Gabriele Frigerio, Gianbattista Berardi, Massimo Ricci, Paolo Santagostino, Pierino Ge’, Vittorio Zanini, Giuseppe Manzini, Luisella Bocca, Antonella Ricali

Corpo di Ballo: Marita Agliotta, Simona Bodrighi, Eleonora Moda, Alessandra Prasciolu, Beatrice Barbato, Gloria Bonetalli, Enrica Morgantini, Cesare Aglietta, Attilio Suvilla, Daniele Tessarin

con la partecipazione al canto di Marco Clerici

Luci: Raffaele Barbato

Musiche: Tiziana Salè e Massimo Peruzzini

Macchinisti: Giuliano Bodrighi, Giulio Manera, Michela Cavazzana

Sarte: Marzia Ardizzola, Maria Rosa Nicola

Maria Grazia Bodrighi, Caterina Bellavite

Regia di Mario Lino

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Ha debuttato presso il teatro Angelicum di Mortara la commedia dialettale “Angiulina cunta sù”. Una simpatica ed esilarante serata, la quale ha strappato tanti applausi, anche a scena aperta, a cura della “Compagnia dialettale Mortarese” che ha voluto omaggiare il proprio fondatore Ermanno Lesca, indimenticato attore nel ruolo della Angiulina che oltre ad essere stato l’artefice della compagnia lomellina fu anche costumista e attore nella compagnia dialettale per eccellenza, quella dei Legnanesi.

La Compagnia mortarese fu fondata in nome della passione per il teatro dialettale e ha sempre portato in scena la tradizione locale nella ricerca di un linguaggio e degli usi e costumi in cui tutti i lomellini si possono identificare.

Nella commedia andata in scena all’Angelicum sono stati riproposti i personaggi tipici del territorio pavese: uomini e donne, contadini e mondine che raccontano la loro vita mediante la terra, le cascine, le risaie, riproponendo i migliori pezzi delle commedie degli anni passati rimontate per l’occasione in una nuova veste, con l’ausilio degli spassosi personaggi, ormai entrati nell’immaginario collettivo, come l’Artemio, il Giuan, la Tecla, la Carlotta, Suor Pia e naturalmente l’Angiulina il tutto condito dal contorno della vita dei cortili di una volta.

Una sorta di commedia musicale dal sapore antico, una “Rivista dialettale” che ricorda con grande nostalgia le atmosfere del compianto Teatro Odeon di Milano con i mitici Legnanesi capitanati da Felice Musazzi (la Teresa), Tony Barlocco (la Mabilia) e Renato Lombardi (la Chetta), atmosfere che tutti noi conserviamo come “patrimonio teatrale lombardo” attraverso anche questi personaggi inventati dal Lesca dal gusto ruspante, i quali coltivano le tradizioni “di una volta” all’insegna della sana comicità, del buon gusto e delle “grasse” risate grazie all’intercalare dell’amato dialetto.

L’ambientazione tipica della commedia è la corte lombarda attorno alla quale ruotano le vicende dei personaggi, tra improbabili Crociere di sangue blu, Pellegrinaggi in Vaticano per il Giubileo, viaggi in Spagna e doppisensi ruotano tutti i personaggi tipici e caratteristici.

Tra gioiosi ed esilaranti balletti come “La danza delle Ore”, una campestre Mazurka, il mito delle Bluebell del Moulin Rouge, costumi riccamente decorati, musiche allegre e coinvolgenti, tutti gli attori hanno dimostrato espressività, genuinità e grande impegno pur non essendo professionisti ma semplici appassionati di teatro.

Da segnalare la preziosa presenza di Marco Clerici, volto noto ma soprattutto ugola d’oro che ha accompagnato con bravura la serata attraverso celebri pezzi come “Granada” e “L’Istrione”, donando emozioni in musica.

La commedia realizzata con i testi originali di Ermanno Lesca ha avuto la regia sapiente e l’indiscussa professionalità di Mario Lino, uno dei grandi e indimenticati protagonisti dei Legnanesi. Con il sorriso e la gentilezza che contraddistinguono la sua persona, Mario ha dimostrato umiltà, maestrìa e un’indiscussa memoria storica, sapendo infondere allo spettacolo tutto il suo sapere e il suo bagaglio di navigato attore, guidando gli interpreti della compagnia con mano sicura tra siparietti, gag, musica e balletti nello stile puro che ha contraddistinto la sua carriera di notevole interprete. Lino Mario entrò e debuttò con i Legnanesi nel 1972 con lo spettacolo “Pover Christ Superstar”. Sin da bambino recitò nei cortili di Cilavegna su improvvisati palcoscenici, ed in seguito nei teatri dell’Oratorio. Una sera assistendo a uno spettacolo dei “Legnanesi” al teatro Odeon di Milano e innamorandosi di quel genere teatrale decise con diversi amici di organizzare alcuni spettacoli imitando “I Legnanesi”; durante una loro recita tra il pubblico erano presenti Felice Musazzi e Tony Barlocco i quali a fine spettacolo vollero che Lino Mario entrasse stabilmente nella mitica Compagnia legnanese, interpretando da subito parti da comprimario, conquistando la fiducia e la loro stima. Per più di trent’anni Mario Lino partecipò a tutti gli spettacoli dei Legnanesi sempre con l’amore e il fuoco sacro per il teatro.

La sua passione e la sua competenza hanno decretato il successo della commedia “Angiulina cunta su” tra l’entusiasmo e il divertimento del numeroso pubblico dell’Angelicum in cui la cultura e la conservazione delle tradizioni popolari sono apparse come un bene comune e primario.

E come in tutte le “Riviste d’avanspettacolo” la serata si è chiusa sulla passerella tra lustrini e paillettes, con la magia e il sogno del palcoscenico, dimostrando che il teatro è un gioco con la vita per racchiudere in noi la fantasia dell’incanto.

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