Una storia di famiglia

Alfredo Clerici e Alda Mangini

Alfredo Clerici nasce a Vigevano il 29 maggio 1911 da umile famiglia.
Comincia a cantare per gioco possedendo una voce calda e melodiosa senza alcun studio musicale e vocale. Un’amica nel 1938 lo iscrive per scherzo al primo concorso per giovani voci indetto dall’E.I.A.R. di Torino (diventerà poi RAI) e dalle orchestre Angelini e Barzizza. Parte per Torino, viene pagato a giorno, e non torna a Vigevano, poiché supera tutte le selezioni fino a rimanere in 12 che verranno scelti tra le due orchestre ; Alfredo sarà assunto dal Maestro Enrico Cinico Angelini – e sarà la sua fortuna – .

Nel dicembre del 1938 gli autori Mascheroni e Mendes scrivono per lui la mitica FIORIN FIORELLO che diventa un successo mondiale tradotto in tutte le lingue. Dopo di lui incideranno questa canzone con successo Claudio Villa e Luciano Pavarotti. Lo stesso autore Mascheroni con Panzeri scriveranno per lui, due anni dopo nel 1940, FIORELLIN DEL PRATO altro grande successo. Nel 1940 Alfredo Clerici conosce e sposa Alda Mangini, mezzosoprano lirico, che nel 1937 canta al fianco di Beniamino Gigli in Boheme. Alda nel 1952 vince “La passerella d’oro” insieme a un giovanissimo Raimondo Vianello e molti premi come caratterista.

A differenza di Alfredo dotato naturalmente, Alda compì studi di pianoforte e canto lirico e il bell’aspetto la porterà ad entrare anche nel mondo del cinema tanto che, trasferendosi a Roma Cinecittà, girerà alcuni tra i più importanti film di Totò (vedi Fifa e arena, Totò cerca casa, Totò principe di Capri) e Gina Lollobrigida (La provinciale). Alfredo e Alda insieme a Navarrini fonderanno una compagnia di “avanspettacolo” che girerà l’Italia con successo e permetterà ad un giovane Valter Chiari di mettersi in luce. Valter rimane molto legato ai due coniugi tanto che sarà padrino di cresima del loro figlio Dario. Purtroppo Alda muore a soli quarant’anni nel 1954 a Roma mentre sta girando un altro film.

Alfredo continua la carriera e con prestigiose orchestre gira il mondo, Cuba, Messico, Olanda e Germania. Alla fine degli anni sessanta si ritira nella sua Vigevano insieme alla seconda moglie Lucia dove nutre la passione per la pesca e l’orto. Verrà invitato come ospite d’onore a tante feste patronali e rionali cittadine. Nel 1998 accetta l’invito di Paolo Limiti che lo ospita su RAI 2 nella trasmissione “Ci vediamo in Tv” ove gli dedica un’intera puntata e lo mette in contatto telefonico con la cantante Lina Termini in un momento di ricordi molto toccante. Muore a Vigevano il 3 marzo del 1999 all’età di 88 anni con la patente di guida rinnovata.

Il nipote Marco Clerici lo ricorda spesso in vari spettacoli televisivi e non cantando le loro canzoni e parlando delle rispettive carriere.

In foto : Alfredo Clerici, Alda Mangini con il figlioletto Dario (padre di Marco).

PENSIERO DI MARCO CLERICI IN MERITO AI NONNI ALFREDO CLERICI E ALDA MANGINI

Essere il nipote di Alfredo Clerici e Alda Mangini è sicuramente una fortuna per me che amo la musica poiché posso contare su un esempio raro e valido di quel mondo dello spettacolo pulito ove emergevano solo i veri talenti.
Tradizione familiare che ha saltato una generazione poiché mio padre, figlio di Alfredo e Alda, non era molto portato per la musica anche se credo che dietro ciò si nascondesse un po’ di rabbia nei confronti dello spettacolo che lo teneva distante dai suoi genitori impegnati in radio o nell’avan spettacolo presso teatri di tutta Italia.
Io invece sono cresciuto con i racconti di mio nonno Alfredo (Alda purtroppo non l’ho conosciuta essendo prematuramente scomparsa nel 1954) che, vivendo di ricordi, mi raccontava la sua carriera, la fortuna con la quale cominciò quel lontano 1938 quando, per scherzo, venne iscritto al primo concorso per voci nuove (circa 3800 partecipanti provenienti da tutta Italia) che l’E.I.A.R. di Torino indisse e che vinse insieme ad altri 12 cantanti scritturati poi dalle due orchestre più famose di allora; quella del maestro Enrico “Cinico” Angelini e del maestro Pippo Barzizza.
Mio nonno cantò per sette anni come prima voce della radio nazionale nell’orchestra Angelini. Fiorini Fiorello è un successo mondiale che Alfredo lanciò nel dicembre del 1938 scritto per lui dagli autori Mascheroni e Mendes. Questa canzone tradotta in tutte le lingue è stata incisa negli anni a seguire anche da artisti del calibro di Claudio Villa e Luciano Pavarotti. E’ con questa canzone che “Al Mica” – come veniva soprannominato il giovane ciabattino vigevanese Alfredo Clerici – divenne un divo della canzone italiana. Dico divo poiché – mi raccontava sempre mio nonno – allora non esisteva la televisione di conseguenza la più famosa casa discografica “FONIT CETRA” organizzava degli eventi mirati in tutta Italia ove i cantanti si presentavano al loro pubblico firmando autografi e dischi. In questo modo i fan potevano vederli finalmente in volto. Mio nonno rimase una persona molto semplice, con i piedi per terra e non dimenticò mai le sue origini tanto che a fine carriera si ritirò nella sua città natale.
Il filo che collega la sua esperienza con la mia è sicuramente il ricordo. Io ho cominciato a cantare, prima di intraprendere lo studio della lirica, proprio per ricordare Alfredo Clerici in vari spettacoli di beneficenza organizzati in città; le canzoni che più mi richiedevano, e ancora oggi mi chiedono, sono Fiorin Fiorello, Fiorellin del prato e Incantesimo. Quando ho cominciato ad appassionarmi mio nonno diceva che, se volevo essere un bravo cantante, dovevo studiare la musica, essere capace di leggere le partiture ed essere così facilitato nell’apprendimento di nuove canzoni. Lui non aveva avuto la possibilità di studiare arrivando dalla povertà, era un talento naturale, e di conseguenza doveva imparare le canzoni a memoria o attraverso un pianista che strimpellava la melodia fino alla noia per raggiungere lo scopo. Io gli ho dato retta, studio canto e ho sostenuto l’esame di teoria e solfeggio presso il Conservatorio di Novara.

Marco Clerici con l’amico Paolo Limiti

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